La geografia del levante cittadino è caratterizzata dalla presenza del torrente Sturla, l’unico corso d’acqua che dia origine ad una vera e propria vallata che si estenda in profondità [1]. Superata la valle Sturla, infatti, i rilievi si dispongono paralleli al mare e molto vicini alla costa, cosicché gli altri torrenti hanno potuto creare solo vallette molto strette e scoscese, poco adatte all’insediamento umano, che si è mantenuto infatti più vicino al mare [2].
La valle Sturla si collega all’entroterra e al ponente tramite il passo di Bavari e data la presenza di acqua e di una via di comunicazione mare-monti, lungo il corso del torrente si svilupparono nel tempo vari centri abitati.
Il quartiere che oggi è individuato come Sturla esiste in virtù delle suddivisioni amministrative operate in epoca moderna: lo compongono unità territoriali un tempo di pertinenza di S.Martino d’Albaro e S.Francesco d’Albaro, che prima del 1874 erano comuni autonomi, oltre a luoghi dove sorgevano piccoli borghi marinari o interni poi accorpati e progressivamente inglobati dallo sviluppo urbano. Il quartiere confina a ovest con Albaro e S.Martino e a nord con Borgoratti; a est è delimitato dal torrente omonimo, oltre il quale comincia Quarto, e a sud dal mare. Sebbene nell’accezione comune si indichi come Sturla la zona a est di via Orsini, i confini toponomastici sono leggermente diversi: da via al Capo di Santa Chiara la linea di confine percorre via Caprera, comprende piazza Cadevilla e sale lungo via Sclopis, via Pio X, via Riese, via Marras e via dell’Ombra che si immette in Corso Europa.
Anticamente queste zone erano caratterizzate dalla presenza di paesini, residenze di villeggiatura, orti e boschi. Nonostante l’urbanizzazione, alcuni nuclei antichi sono sopravvissuti, e di altri è ancora possibile individuare le tracce in singole vie. Tra gli antichi insediamenti vi sono Vernazzola, Vico del Pesce, Vernazza.
STURLA E IL BORGO DI VERNAZZOLA
A breve distanza da Boccadasse, da cui è separato dal Capo di S.Chiara, si trova Vernazzola, borgo sviluppatosi intorno alla foce del rio Vernazza (oggi completamente tombinato). È questo uno degli antichi nuclei mantenutosi intatto: piccole case alte e strette addossate le une alle altre a ridosso della spiaggia, e ancora oggi circoli di pesca sportiva e gozzi in secca a breve distanza dalla riva. D’estate il luogo è intensamente frequentato per via della spiaggia, d’inverno, più silenzioso e solitario, permette facilmente di immaginare come tutta la zona di Sturla un tempo avesse simile aspetto. Il Capo di S.Chiara, che delimita Vernazzola a ovest e oltre il quale si scende verso Boccadasse, prende nome da un piccolo conservatorio di Agostiniane Scalze ivi presente, ma un tempo era detto Capo di Vernazzola: era quindi considerato parte integrante del territorio del borgo, cui è infatti collegato tramite una serie di creuze perpendicolari a via al Capo di S.Chiara (creuza sul crinale), che scendono ripide a mare. Tali vicoli (e non solo questi, vedi via Minerva poi divenuta Corso Buenos Aires) hanno nomi relativamente recenti, dati loro dal sindaco di S.Francesco d’Albaro nel 1874 alla vigilia dell’annessione a Genova, e scelti tra quelli della mitologia classica: via Argonauti, via Tritone, via Giasone, via Urania, via Icaro. A differenza di Boccadasse, borgo autonomo e architettonicamente chiuso su se stesso perché non sviluppatosi presso direttrici viarie antiche, quindi non aperto al passaggio, Vernazzola presenta una linea continua di case sulla riva (cosiddetta “palazzata di ripa”) che si configura atta ad accogliere chi giungesse dal mare. Era infatti qui l’imbocco della mulattiera per Bavari, tanto che v’era un monastero di frati Domenicani attrezzato per la sosta dei viandanti: questo classifica Vernazzola come paese di via.
VICO DEL PESCE
Separato da Vernazzola da una breve collinetta, il borgo ha caratteristiche estremamente simili a quelle dei paesi confinanti. Per quanto oggi il toponimo sia rimasto ad indicare un vicolo dell’abitato (tra Via dei Mille e Via Tritone), vico in questo caso deriva da vicus nella sua accezione significante “paese”, a indicare quindi la vocazione prettamente marinara del borgo. Qui, come in altri punti del litorale cittadino, sbarcarono S.Nazario e S.Celso, martiri cristiani che nella loro opera di evangelizzazione fondarono a Genova quattro chiese. In memoria del loro approdo fu dunque edificata una chiesa a loro intitolata, poi mutata in oratorio, attestata nei documenti dai primi del Trecento. Dell’antico nucleo è rimasto solo il vicolo che ne ricorda il nome e via del Bragone, il resto è stato cancellato dall’apertura delle moderne direttrici e dalla nuova edilizia.
VERNAZZA
Sebbene la via che porta il nome di questo antico borgo rientri attualmente nel quartiere di S.Martino, il paese era in origine legato direttamente a Vernazzola, la quale invero ne riprende il nome tramite diminutivo. Anche Vernazza infatti si sviluppò quale paese di via che precedeva di poco la zona dell’attuale Piazza S.Rocco da dove si dipartivano più strade, e svolgendo quindi la funzione tipica di luogo di sosta per i viaggiatori.
Claudia Baghino
[1] La prima vera vallata che si incontra procedendo a est dopo la valle Sturla è la Val Fontanabuona, lungo cui si snoda un’antica via che conduce nell’entroterra per poi scendere fino a Lavagna.
[2] Già nel tratto Foce-Boccadasse anticamente si nota questa caratteristica del suolo, dal momento che prima che venisse aperta la passeggiata di Corso Italia all’inizio del 900, il litorale si presentava roccioso e di quasi impossibile accesso (le spiagge tramite cui accedere al mare erano appunto la Foce e Boccadasse).